INFORMATION, MANIPULATION AND FAKE NEWS: DISINFORMATION VULNERABILITIES ON SOCIAL MEDIA

A cura di: L. Tiari; L. De Filippis; P. Magnelli; A. Uberti; C. Besana; C. Baldini

INDICE

INTRODUZIONE: che cosa sono le fake news?

CAPITOLO I

1.1 PROCESSI DI MANIPOLAZIONE DELL’INFORMAZIONE 

1.2 STRUMENTI DI MANIPOLAZIONE INFORMATIVA

CAPITOLO II

2.1 STATO DELL’ARTE 

2.2 DOMANDE DI RICERCA 

2.3 IPOTESI

2.4 METODOLOGIA

CAPITOLO III

3.1 LIMITI DELLA RICERCA

3.2 POSSIBILI RICERCHE FUTURE

3.3 CONCLUSIONI

SITOGRAFIA

INTRODUZIONE: che cosa sono le fake news?

Prima di iniziare questa ricerca, è importante definire e analizzare i concetti fondamentali che la riguardano: primo fra tutti, il concetto di fake news. L’obiettivo di questo breve paragrafo sarà quello di mettere ordine alla vasta letteratura presente sull’argomento e di esporre le varie sfumature delle definizioni di fake news.

Le fake news sono ormai onnipresenti in molti aspetti che riguardano tutti noi, quali la politica, i social e i mezzi di informazione. Nonostante ciò, il concetto di fake news non è ancora del tutto chiaro e, spesso, viene utilizzato senza cognizione di causa.

Di seguito, viene riportato uno studio che ha avuto l’obiettivo di mettere chiarezza una volta per tutte e dare una definizione dettagliata al concetto di fake news.

Questo studio, svolto da Jaster e Lanius, dichiara che fake news is news that does mischief with the truth e sono caratterizzate da due principali difetti: la mancanza di verità e la mancanza di onestà.

CAPITOLO I

1.1 PROCESSI DI MANIPOLAZIONE DELL’INFORMAZIONE

Nel campo medico, la manipolazione dell’informazione può coinvolgere la presentazione distorta di dati o informazioni cruciali, ponendo a rischio la salute pubblica o condizionando decisioni mediche importanti. Il caso più noto è sicuramente quello della pandemia da Covid-19, in cui la disinformazione e la manipolazione delle news hanno  contribuito alla nascita  di comunità di pensiero complottiste e contrarie ai vaccini. Ciò, è stata la conseguenza della cosiddetta infodemia, ovvero una sovrabbondanza di informazioni online che hanno reso, e rendono tuttora difficile per le persone trovare fonti e riferimenti affidabili in caso di bisogno. La capacità di gestione dell’infodemia e il contrasto della disinformazione (in particolare sui social network), sono quindi in pieno diritto considerati come strumenti di sanità pubblica.

In politica la manipolazione può avvenire attraverso la presentazione selettiva di fatti o dati, la diffusione di notizie false o fuorvianti e l’uso strategico dei mezzi di comunicazione per influenzare l’opinione pubblica. I politici, i partiti o gli attori interessati possono sfruttare la manipolazione dell’informazione per ottenere consenso, screditare avversari politici o controllare la narrazione pubblica. In questo caso le fake news assumono contorni più complessi, perché la loro incidenza non deriva solamente dalla falsità e dalla mancanza di fonti verificate, ma da qualcosa di più profondo capace di influenzare l’identità sociale di un individuo. La politica s’incarna sempre più in un leader carismatico, ed è proprio lui a proporre valori e idee che verranno diffusi dai media, influenzando così la visione individuale del mondo. Infatti, i media non veicolano più solo informazioni, ma sono in grado di diffondere simboli e modelli che verranno interiorizzati dal grande pubblico e il più delle volte essi sono viziati. Oggi inoltre, sui social network, grazie alla profilazione digitale, i politici possono fare propaganda personalizzata attraverso il microtargeting. In questo modo i politici possono offrire un messaggio differente per ognuno, un messaggio che sia adatto al singolo e alle sue paure, alimentare i suoi bias e la sua ideologia. 

    

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IL POTERE NELL’ERA DIGITALE

Rischi e opportunità dell’evoluzione tecnologica

Partendo da una disamina filosofico-politica delle dinamiche di potere tra Stato e società, per giungere all’inarrestabile progresso scientifico e tecnologico odierno, questo articolo ha l’obiettivo di analizzare rischi e opportunità insite nell’attuale evoluzione della tecnologia digitale, sottolineando criticamente le inevitabili influenze che questa trasformazione avrà nei confronti dei complessi rapporti sociali, politici ed economici.

In ambito filosofico, il rapporto tra Stato, potere, società è stato ben esemplificato da autori come Michel Foucault (1926-1984) e Byung-chul Han che hanno messo in risalto gli aspetti di sorveglianza, disciplina e costrizione insiti nelle norme biopolitiche predominanti nelle società moderne. Tali forme di controllo sociale sono state, in parte, superate dall’avvento dei nuovi modelli di autoritarismo digitale e dai loro riflessi psicopolitici capaci di rimodellare le aspettative e i bisogni delle persone senza la necessità di ricorrere a mezzi coercitivi.1

Per comprendere la reale utilità dei nuovi strumenti digitali e il loro possibile impatto sulla società e sull’economia odierne, occorre discutere criticamente i limiti e le potenzialità che essi possiedono.2

Le nuove frontiere del digitale e le possibili applicazione dell’intelligenza artificiale (AI) generativa, delle cryptovalute e il confronto con temi quali la raccolta e lo sfruttamento dei Big Data, dei social network, della governance digitale e della privacy costituiscono oggi ambiti di fondamentale importanza per la comprensione della realtà che ci circonda.

Per analizzare in modo più approfondito le dinamiche, le caratteristiche e i rischi dell’ infosfera, ecosistema in cui il controllo psicopolitico si manifesta compiutamente, è necessario offrire un quadro generale su cosa ci sia alla base, ovvero i dati. Questi ultimi si possono definire come una descrizione codificata di un’informazione, generata attraverso il contatto di un individuo con la rete. Tale presa di contatto può presentarsi sotto svariate forme, ad esempio, transazioni, immagini, video, suoni, quindi dall’osservazione di fenomeni elementari generando successivamente procedure più complesse come previsioni, calcoli e problem solving. I dati sono quindi la materia prima delle relazioni che avvengono nell’infosfera, le tracce che ognuno di noi lascia dopo l’utilizzo di qualsiasi sistema digitale, e sono ciò di cui le AI si nutrono attraverso l’apprendimento automatico (machine learning). Queste informazioni presenti sotto forma di dati, sono inoltre durevoli, riutilizzabili, rapidamente trasportabili, facilmente duplicabili e condivisibili senza limiti.3 Grazie ad Internet, ai social media e agli smartphone, la velocità e la facilità con cui queste informazioni elettroniche viaggiano da un continente all’altro è diventata incredibile e, di conseguenza, queste peculiarità hanno generato un enorme aumento della quantità di dati presenti in rete.

Con il termine big data s’intende quindi proprio la raccolta sistematica di milioni di questi singoli dati eterogenei, i quali assumono il loro vero valore quando sono analizzati statisticamente nell’insieme, al fine di scoprire i legami tra fenomeni diversi e prevedere quelli futuri. Diventa quindi chiaro il ruolo fondamentale che essi svolgono, legittimando la “corsa” già iniziata alla loro appropriazione da parte di aziende tech quali ad esempio Amazon, Meta, Apple, Google e da parte di governi e agenzie di intelligence. 4

È in questo contesto, in particolare attraverso il meccanismo di appropriazione delle informazioni e dei dati provenienti dall’infosfera, che il controllo psicopolitico descritto da Han si concretizza in un nuovo o rinnovato modello rispetto alle forme di vigilanza illustrate da Foucault.

Il filosofo di origine sudcoreana, descrive questa nuova moderna società del controllo come una struttura che non s’impone con divieti o obblighi, ma, al contrario,

ci invita di continuo a comunicare, a condividere, a esprimere opinioni e desideri, a raccontare la nostra vita. Ci seduce con un volto amichevole, mappa la nostra psiche e la quantifica attraverso i big data, ci stimola all’uso di dispositivi di automonitoraggio. Nel panottico digitale del nuovo millennio – con internet e gli smartphone – non si viene torturati, ma twittati o postati. il soggetto e la sua psiche diventano produttori di masse di dati personali che sono costantemente commercializzati”. 5

Si comprende come tale idea prenda in considerazione non solo gli aspetti tecnici di produzione e raccolta arbitraria di dati, ma come questa sottolinei in modo preciso gli effetti psico-sociali del sistema. Infatti, secondo Han, la società dell’informazione è la società della trasparenza, in cui il controllo psicopolitico si applica attraverso la totale libertà di circolazione delle informazioni. Siamo portati a bramare la luce dei riflettori, a voler sfamare il nostro ego condividendo sui social, attraverso un touch screen, le nostre vite contribuendo volontariamente alla sottrazione e alla commercializzazione di dati personali, questione che presenta importanti implicazioni oltre che sulla privacy anche sul deterioramento dell’ambiente naturale che ci circonda.

Alla luce di quanto detto finora, si può schematicamente comprendere come l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione siano parte integrante dei processi di potere grazie a tre principali strati attraverso cui dispiegano la loro vera natura. Partendo dalle basi, il primo strato è la catena di approvvigionamento descritta da Kate Crawford in cui vi è lo sfruttamento dell’ambiente e della manodopera per estrarre risorse utili alla creazione del secondo strato, ovvero i complessi processi computazionali informatici responsabili della nascita di tecnologie digitali come gli smartphone o dell’AI intesa come machine learning.6 Il terzo strato è quello psicologico, l’effetto sociale che l’utilizzo di queste tecnologie ha nei confronti degli individui, descritto da Han nelle sue opere.

Per rispondere al quesito chi e come si governa Internet, occorre cercare di identificare chi ricopre un ruolo dominante nella rete attraverso particolari casi studio inerenti i rapporti geopolitici tra le nazioni (come il caso di Starlink, dell’isola di Taiwan e i cavi sottomarini transatlantici). Per quanto riguarda, il come, è emersa l’esigenza di sviluppare un’etica del digitale che ridia voce al ruolo dei singoli individui, in modo tale da riequilibrare i diseguali rapporti di potere odierni.

Un approfondimento meritevole riguarda le tecnologie innovative introdotte sul mercato digitale da aziende private come, ad esempio, il chatbot ChatGP di OpenAI, e sul ruolo che queste potrebbero avere in termini di impatto sociale sulle persone e sulla società in generale. In tale contesto, i rischi per la stabilità finanziaria legati all’utilizzo delle cryptovalute e delle blockchain richiedono, secondo il bollettino macroprudenziale emanato nel luglio 2022 dalla Banca centrale europea (BCE), un intervento regolatore urgente con quadri normativi appropriati per attenuare la sfida virtuale dei crypto asset al sistema finanziario tradizionale.

Da tempo oramai è in corso un fitto dibattito relativo ad una definizione regolatoria del fenomeno. Il presunto lancio di Libra, la moneta virtuale ideata nei piani di Mark Zuckerberg ed i vari esperimenti e progetti pilota delle Banche Centrali di Cina e delle Bahamas pongono ormai la questione in stretta osservazione. Molte sono le implicazioni dell’utilizzo e dello scambio di una moneta virtuale che è funzionale e si sviluppa in un ecosistema che è proprio e che le appartiene quale quello digitale, ma, d’altro canto, tanti sono i rischi che pone e su cui fanno leva i detrattori che sono reticenti nel trovare una risposta ai problemi già esistenti e dal 2008 accentuati del settore finanziario e del credito”. 7

Nonostante le criticità evidenziate, in particolare, dal settore finanziario e bancario, l’utilizzo oculato e regolamentato, grazie alla diffusione di standard e linee guidainternazionali, delle valute virtuali potrebbe rappresentare un elemento utile a riformare e snellire lo scambio di beni e servizi legati al sistema economico-finanziario convenzionale. Inoltre, la tecnologia blockchain applicata a livello istituzionale potrebbe rappresentare un plus capace di rinnovare il rapporto di fiducia tra Stato e comunità.

L’obiettivo principale delle tematiche citate nel presente articolo consiste soprattutto nel porre delle domande che definirei esistenziali perché riguardano la nostra esistenza attuale e quella futura, quesiti ai quali, al momento, nessuno è in grado di fornire risposte certe. Esse dipenderanno in gran parte dai valori morali e dalla prospettiva umanitaria che adotteremo di fronte allo smisurato progresso tecnologico che ci attende. A tale proposito, vorrei concludere citando un passo del saggio del filosofo austriaco Karl Popper (1902-1994) intitolato Cattiva maestra televisione, pubblicato nel 1994.

Una vera democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà stato pienamente scoperto. Dico così perché anche i nemici della democrazia non sono ancora del tutto consapevoli del potere della televisione. Quando si saranno resi conto fino in fondo di quello che possono fare, la useranno in tutti i modi, anche nelle situazioni più pericolose. Ma allora sarà troppo tardi”.

Tutti i mass media conosciuti sino ad ora si sono rivelati un formidabile mezzo di condizionamento delle persone per la capacità di proporre modelli culturali e stili di vita influenzando idee, emozioni e la stessa percezione della realtà. La supremazia dei media tradizionali (stampa, televisione, radio, telefono) è stata surclassata dall’avvento di Internet, dei social network e degli odierni device di comunicazione digitale che consentono di moltiplicare in modo straordinario contenuti testuali e visuali, stimoli e interazioni. L’alta tecnologia dotata di intelligenza artificiale può però rappresentare, come si è visto, un pericolo soprattutto se sfruttata dagli interessi dominanti per imporre profili comportamentali psicopolitici socialmente utili. Come sostiene Popper, ogni mezzo di comunicazione capace di influenzare e condizionare, deve essere monitorato con attenzione in modo da preservare la sfera personale degli individui presenti nel “villaggio globale” delle reti telematiche dal rischio di veder violate la propria identità digitale e la privacy personale.8

Lorenzo De Filippis

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1 Secondo il filosofo e linguista americano Noam Chomsky, sono le forze politiche ed economiche a controllare i media: lo scopo è quello di creare una fabbrica del consenso, cioè un sistema di propaganda realizzato attraverso i mezzi di comunicazione di massa per la manipolazione e la strumentalizzazione dell’opinione pubblica. Cfr. N. Chomsky, E.S. Herman, La fabbrica del consenso. La politica e i mass media, Il Saggiatore, 2014.

2 La rivoluzione digitale ha trasformato tutti i canali comunicativi precedenti “sottoponendo l’intero universo sociale allo stimolo di tecnologie sofisticate e potenti che frantumano le antiche barriere spazio-temporali. Una delle nuove caratteristiche dell’era digitale è l’istantaneità della comunicazione e la tempestività con cui gli attori comunicativi sono chiamati ad interagire. La digitalizzazione degli assetti e delle relazioni sociali (social network) contrae tempo e spazio, riorganizzando intorno ai suoi input le strutture organizzative preesistenti ed edificandone nuove più pervasive ed efficienti. La digitalizzazione richiede nuove strutture di collegamento e, soprattutto, nuove modalità di messa in azione e interscambio della comunicazione, ormai risorsa strategica delle società globali in cui viviamo”. A. Ciocchi, Effetti della rivoluzione digitale, in “Società e conflitto”, XX, n. 37-38, 2008.

3 Cfr. L. Floridi, Etica dell’intelligenza artificiale. Sviluppi, opportunità, sfide, Cortina, 2022, p. 71.

4 L’importante ruolo delle banche dati in questo contesto è confermato dal modello di business grazie al quale le aziende tech generano enormi profitti grazie alla commercializzazione dei dati che gli utenti offrono in modo spontaneo aderendo alle piattaforme digitali presenti in rete.

5 B.C. Han, Psicopolitica, Nottetempo, 2016.

6 K. Crawford, Né intelligente né artificiale. Il lato oscuro dell’IA, Il Mulino, 2021, p. 40. La scienza computazionale (dall’ingl. computation, relativo al computare, calcolare) è quel ramo delle scienze naturali che si avvale delle tecnologie informatiche e dei calcolatori elettronici per le proprie ricerche disciplinari.

7 T. Raucci, Blockchain e Bitcoin: aspetti definitori ed opportunità dell’economia digitale, www.iusinitinere.it, 17 febbraio 2021, p. 2.

8 Uno degli studiosi più noti degli effetti prodotti dalla comunicazione sulla società e sui comportamenti individuali è stato il filosofo e sociologo canadese Marshall McLuhan (1911-1980). Le sue riflessioni, presenti nel saggio Gli strumenti del comunicare pubblicato nel 1964, anticipano, per certi versi, il dibattito odierno sul potere del digitale partendo dall’ipotesi che è il mezzo di comunicazione tecnologico utilizzato ad assumere più importanza del messaggio che si desidera trasmettere: “il mezzo è il messaggio”, al di là dei contenuti dell’informazione vera e propria. I social network, ad esempio, contengono spesso messaggi privi di significato reale perché ciò che importa è il mezzo di comunicazione che consente agli utenti di connettersi e di condividere on line sulle piattaforme social il contenuto che essi vogliono veicolare.

“Io sono mia figlia”

L’amore per i nostri figli ci porta a fare cose che non avremmo mai pensato di fare. Così come ci frena dal fare cose che faremmo senza pensarci troppo. E che ci pentiamo di non aver fatto quando i nostri figli non erano ancora nati. Non sottovalutiamo mai la forza dell’amore…❤️
“Io sono mia figlia” (Milano Meravigliosa, 2023), di Ermanno Accardi – Illustrazione di copertina di Tiziano Riverso, progetto grafico di Gianna Avenia, stampa a cura di Mediagraf, pagine 130, prezzo Euro 15,00. Distribuito e promosso da Distribook. L’immagine in evidenza è opera del Master Davide Andreoli.
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milanomeravigliosa.it
Ermanno Accardi giornalista e scrittore

I racconti della Latteria

Attimi di vita, momenti magici, che profumano di bar di quartiere, di latterie con uso di cucina, di amici d’infanzia, di voglia di vivere. Istanti in cui, sorseggiando una birra o un caffè, facendo colazione con cappuccino e brioche, si chiacchiera per ore di donne, di calcio e di automobili. Momenti dove, improvvisamente, scatta una molla, un’intuizione geniale che ti porta ad architettare storie, avventure e scherzi folli che possono esser partoriti solo dalla mente di chi non prende mai nulla sul serio. Vivere la routine quotidiana in una grande città come Milano è forse noioso e monotono ma può, nel contempo, anche scatenare la fantasia di allegri giovanotti che prendono la vita come un gioco, ragazzi dotati di grande estro e creatività. Era la Milano da bere, ma anche da mangiare. Era la Milano dell’edonismo reaganiano, ma non scarseggiava di contenuti sostanziali. Agli autori quella Milano manca un po’ e non soltanto perché erano giovani. A parte uno, che giovane lo è adesso e che quella Milano gli è stata raccontata. In quelle storie meneghine degli anni ˈ80 c’è un po’ della vita di chi li ha scritti, soprattutto di chi ha vissuto le latterie milanesi, la nevicata del 1985 o ha svolto il servizio militare a quel tempo. Da questo punto di vista, il libro è generazionale. Non sappiamo se sia stata “la meglio gioventù”, ma la nostra di sicuro. Un libro scritto senza pretese, a parte una: quella di divertire e di emozionare chi avrà la voglia e il tempo di leggerlo. Intanto, facciamoci un aperitivo… al “Gusto artigianale. Beer & Food”, via Principe Eugenio 21, Milano.

LUNEDÌ 15 NOVEMBRE 2021 DALLE ORE 18:00 ALLE 20:00

GLI AUTORI (Ermanno Accardi– Rino Morales – Maurizio De Filippis – Alberto Fumagalli – Domenico Megali).

Consumazione obbligatoria: 10,00 euro Con acquisto del libro (facoltativo) 20,00 euro

Diversità, Inclusione e gestione strategica nel calcio femminile: uno studio qualitativo sulle sfide e i percorsi per il futuro

Università Cattolica del Sacro Cuore

Facoltà di Economia – Sede di Milano

Corso di Laurea In Management per l’impresa

Stavo studiando “Il Management” di Ann Cunliffe per un esame universitario quando mi imbatto in un paragrafo riguardante il filosofo francese Paul Ricoeur (1913-2005) e il suo concetto di identità individuale. Ricoeur sostiene che conoscere sé stessi implica interrogarsi su chi siamo in relazione agli altri. Inizio a chiedermi se chi sono oggi dipende da chi sono coloro che mi stanno accanto tutti i giorni e dalle relazioni che creo con loro. Secondo il filosofo, l’altro è sempre interconnesso con noi e siamo ciò che siamo a causa sua. Se questo è vero, anche le differenze tra noi e l’altro ci definiscono. Allora è necessario riconoscere il valore della diversità, la quale diventa una reale opportunità di crescita e arricchimento per ogni persona. E lo diventa anche per le istituzioni e per le organizzazioni che operano all’interno di una società sempre più globale e diversificata.
Su queste riflessioni ho costruito il mio percorso di tesi magistrale, un lavoro originale che unisce la tematica della gestione delle diversità nelle organizzazioni moderne, il Diversity Management, ad una delle mie più grandi passioni di vita, l’interesse per lo sport e, in particolare, per il calcio. Attraverso i pareri e le opinioni di esperti e professionisti, l’elaborato cerca di comprendere il valore della diversità nel mondo dello sport, con una particolare attenzione alle differenze di genere nel calcio italiano, alla loro gestione e valorizzazione all’interno dei settori femminili di alcune importanti società calcistiche milanesi, nonché ai potenziali benefici economici e sociali derivanti da tale gestione. L’obiettivo finale è stato quello di individuare possibili soluzioni gestionali e percorsi futuri per supportare lo sviluppo del movimento calcistico femminile nel nostro Paese.

Dott. Luca Morales

L’Ospedale Sanatorio di Vialba e gli Antichi Borghi milanesi

https://lagrandemilano.it/2023/01/12/vialba-ii-il-sacco-pietra-miliare-del-progresso-medico/ L’Ospedale “Luigi Sacco” di Vialba nacque come sanatorio nel 1931 all’interno dell’ex area comunale di Musocco, quando la tubercolosi era una delle malattie più diffuse, soprattutto tra i borghi degli ex Comuni aggregati a Milano nel 1923. Una situazione dovuta alle meno sane condizioni delle secolari abitazioni contadine, peggiorata dalle conseguenze che Grande Guerra ebbe sulla salute di tanti reduci. Il nosocomio fu una sorta di cittadella della salute indipendente in ogni cosa, trasformata con il passare dei decenni nell’Azienda ospedaliera che è oggi, tra le più complesse e importanti del Paese. #ospedalesaccovialba #lagrandemilano #antichiborghimilanesi

Ambrogino d’Oro 2022

CPM – Un po’ di memoria storica con i loghi delle associazioni (Soci fondatori, Soci, Associati) che dal 27 settembre 2005 hanno dato un contribuito al percorso intrapreso dalla Consulta Periferie Milano, guidata da Walter Cherubini, permettendole di ottenere l’Ambrogino d’Oro 2022, la massima onorificenza civica conferita dal Comune di Milano. #ilmegliodimilano #consultaperiferiemilano #cpm

https://www.impactour.eu/news-events/news/ambrogino-doro-2022-goes-consulta-periferie-milano